Ill.mo Sig. Presidente della Repubblica,
Si fanno sempre più insistenti le voci circa l’intenzione del Governo di varare un corposo decreto legge, nel Consiglio dei Ministri di martedì prossimo (3 marzo, ndr), con il quale non solo si provvederebbe alla stabilizzazione dei docenti precari, ma si interverrebbe sullo stato giuridico e contrattuale degli insegnanti e sull’amministrazione delle scuole.
L’articolo 77 della Costituzione è molto chiaro, riservando i decreti del Governo a “casi straordinari di necessità e urgenza”: sicuramente regolamentare la carriera degli insegnanti, la loro retribuzione e il loro stato giuridico non può rientrare nella previsione di necessità e urgenza.
Le chiedo, pertanto, un urgente intervento che eviti questo atto di prepotenza sugli insegnanti e sulle Istituzioni parlamentari.
1 marzo 2015
firmato
Rino Di Meglio

Oggi, martedì 3 marzo sarebbe dovuta arrivare il consiglio dei ministri il decreto legge del Governo sulla scuola che, per due mesi, era stato posto a consultazione popolari online col documento ormai famoso “la buona scuola”. Come avevamo detto da radio radicale, con Renzi e la Scuola il condizionale è un obbligo. Il decreto del governo, in un primo momento, era previsto per venerdì 27 febbraio, poi slittato a martedì 3 marzo. Infine, invece, la sera di lunedì 2 marzo si è avuto notizia della marcia indietro del governo che – di fatto – ha abbandonato la strada della decretazione d’urgenza per presentare, “chiedendo tempi brevi per l’approvazione”, un disegno di legge in Parlamento come da normale iter.
Il prof. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti – federazione Gilda-Unams, è soddisfatto quando, in collegamento telefonico con Angelo Scebba della Gilda TV, ricorda che, proprio su questo, la Gilda si è mossa chiedendo al Presidente della Repubblica Mattarella di intervenire affinché su materie come carriera, stipendi e stato giuridico dei docenti, non si intervenisse con un provvedimento che la Costituzione riserva a provvedimenti di immediata “necessità e urgenza”.
“Sta succedendo che il Governo aveva predisposto il decreto,” – spiega Di Meglio – “alcune redazioni di giornali hanno pure avuto la bozza, io stesso l’ho vista: è un vero e proprio mostro giuridico. Un polpettone di una trentina di articoli che, pare, andava a toccare tutto lo stato giuridico ed economico degli insegnanti, ne riorganizzava la carriera; dentro c’era persino un concorso per l’assunzione di personale nei provveditorati. Perché dico mostruoso? Mostruoso perché tutti sanno che la Costituzione riserva i decreti legge soltanto a provvedimenti di straordinaria urgenza, invece, saltata la discussione con i sindacati, adesso si voleva scavalcare pure il Parlamento. Su questo, fino a domenica 1 marzo, la Gilda si è mossa e ha predisposto non solo un comunicato ma anche un messaggio per il Capo dello Stato. Questo brevissimo messaggio, in poche ore, con l’ausilio dei social media, è stato ripreso da centinaia di insegnanti che hanno inondato il sito del Quirinale di proteste e sembra che il Presidente del Consiglio stia, facendo una figuraccia, riportando il discorso nell’ambito del Parlamento dove si dovrà aprire un minimo di dibattito prima di procedere con provvedimenti frettolosi che possono arrecare un grave danno alla scuola italiana”.
Si aprono spazi per una discussione vera, più ampia?, chiede il giornalista:
“Si aprono quantomeno i normali spazi della democrazia, si formeranno delle commissioni parlamentari, e il Parlamento deciderà, e noi potremo rivolgerci ai parlamentari, fare le nostre osservazioni, e cercare di migliorare questo disegno di legge, quando lo avremo. Perché – aggiunge Di Meglio – io oggi ho in mano la bozza predisposta per il decreto legge”.
Ancora l’ennesimo annuncio e l’ennesima smentita. Quando ci sarà un testo definitivo, ufficiale, si potrà fare qualche commento in più. Per intanto notiamo che l’unico decreto legge che il Governo avrebbe il dovere di fare subito, perché lo chiede l’Europa, perché è di “straordinaria urgenza” e per non prenderli ancora in giro, è quello per l’assunzione dei precari.