Natale, Santo Stefano e Capodanno ancora in visita nelle carceri calabresi come ci ha insegnato Marco Pannella.

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<<Marco Pannella non c’è più, ma anche quest’anno, nell’ambito di una più ampia iniziativa nazionale del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito che coinvolgerà un totale di 40 istituti penitenziari che saranno visitati da esponenti e militanti del Partito della Nonviolenza, in Calabria, come c’ha insegnato a fare Marco, la mattina di Natale, visiteremo i detenuti della Casa circondariale di Vibo Valentia, a Santo Stefano, il 26 dicembre, saremo in visita alla casa circondariale di Cosenza e a Capodanno visiteremo i detenuti nella casa circondariale di Crotone>>. Leggi tutto “Natale, Santo Stefano e Capodanno ancora in visita nelle carceri calabresi come ci ha insegnato Marco Pannella.”

Hic et nunc! Marcia per l’amnistia e digiuno per la riforma dell’Ordinamento penitenziario subito

marcia
amnistiaperlarepubblica.it

“Qui e subito” …hic et nunc, appunto.  Avrebbe detto Marco Pannella. Serve un’amnistia, per la Repubblica.

Ora, subito. Non fra un anno, oppure dieci. E’ urgente per garantire – a questo Paese sempre più Stato canaglia in termini di violazioni dei diritti umani fondamentali – il rientro nella propria legalità costituzionale.
Per questo, in vista della marcia per l’amnistia, l’indulto e la riforma della giustizia intitolata a Marco Pannella e a Papa Francesco che si terrà a Roma domenica 6 novembre nella giornata del Giubileo dei carcerati voluta dal Pontefice, con un SATYAGRAHA nella forma del digiuno di dialogo,

DOMANDIAMO

al Ministro della Giustizia Andrea Orlando che fine ha fatto l’ottimo lavoro scaturito dagli Stati Generali dell’esecuzione penale?,

E CHIEDIAMO

a Governo e Parlamento l’immediata RIFORMA dell’ordinamento penitenziario “per l’effettività rieducativa della pena” che deve riguardare tutti i detenuti, nessuno escluso!

Per questi obbiettivi, Leggi tutto “Hic et nunc! Marcia per l’amnistia e digiuno per la riforma dell’Ordinamento penitenziario subito”

Riunione della Presidenza del 40º Congresso straordinario del Partito Radicale Nonviolento

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Registrazione video dell’assemblea “Riunione della Presidenza del 40º Congresso straordinario del Partito Radicale Nonviolento”, svoltasi a Roma lunedì 3 ottobre 2016 alle ore 19:17.

L’evento è stato organizzato da Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito.

Sono intervenuti: Sergio D’Elia (coordinatore della Presidenza del Partito Radicale Nonviolento), Rita Bernardini (coordinatore della Presidenza del Partito Radicale Nonviolento), Antonella Casu (coordinatore della Presidenza del Partito Radicale Nonviolento), Giuseppe Candido (segretario dell’Associazione di volontariato culturale Non Mollare), Maurizio Bolognetti (segretario di Radicali Lucani), Alessandro Gerardi (avvocato, tesoriere Lega Italiana per il Divorzio Breve), Irene Testa (segretaria dell’Associazione Radicale Il Detenuto Ignoto), Giuseppe Rippa (direttore di Quaderni Radicali e Agenzia Radicale), Valter Vecellio (giornalista e direttore di Notizie Radicali), Maria Grazia Lucchiari (presidente del Circolo Nessuno tocchi Caino di Padova), Flavio Del Soldato, Maria Laura Turco (avvocato del Foro di Roma), Deborah Cianfanelli, Maurizio Turco (coordinatore della Presidenza del Partito Radicale Nonviolento).

La registrazione video dell’assemblea ha una durata di 2 ore e 31 minuti.

Sono stati discussi i seguenti argomenti: Amnistia, Anno Santo, Associazioni, Autofinanziamento, Carcere, Digiuno, Diritti Civili, Diritti Umani, Ergastolo, Francesco, Giustizia, Iscrizioni, Marcia, Nonviolenza, Pannella, Parlamento, Partito Radicale Nonviolento, Penale, Politica, Psichiatria, Riforme, Tossicodipendenti.

Contenuto estratto dal sito www.radioradicale.it

Candido (Partito Radicale): Ferragosto in carcere a Rossano Calabro come c’ha insegnato Marco Pannella

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Da Ventotene a Rebibbia, dove dal 1 al 3 settembre si terrà il quarantesimo congresso del Partito Radicale Nonviolento, passando per Rossano Calabro e le carceri calabresi. Dopo le visite effettuate assieme a Rita Bernardini a Catanzaro, Vibo Valentia e Palmi, lunedì 15 agosto dalle 10:00, una delegazione del Partito Radicale guidata da Giuseppe Candido visiterà la casa di reclusione di Rossano Calabro (CS).  Leggi tutto “Candido (Partito Radicale): Ferragosto in carcere a Rossano Calabro come c’ha insegnato Marco Pannella”

@RitaBernardini visita le #carceri di Catanzaro, Vibo Valentia e Palmi. Il report

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Abbiamo visto persone anziane che non sapevano dirci neanche il loro nome. Abbiamo visto lo squallore dei passeggi. 20 ore in cella quattro ai passeggi. Queste condizioni non sono rieducazione. Si deve arrivare all’apertura delle celle anche dell’alta sicurezza.

Il Ministro della Giustizia dovrebbe ringraziare la direttrice del Carcere di Catanzaro. A Vibo un clima di carcere punitivo e di rapporti difficili con polizia penitenziaria e direzione.

 

Leggi tutto “@RitaBernardini visita le #carceri di Catanzaro, Vibo Valentia e Palmi. Il report”

Legalizzare per sconfiggere la ‘ndrangheta, lo dice l’antimafia

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Rita Bernardini, in sciopero della fame dal 4 marzo per chiedere allo Stato e al Governo di dare ascolto al messaggio di Napolitano e discutere un provvedimento di amnistia e indulto anche mirato ai reati legati alle droghe leggere, ha iniziato la sua quarta disobbedienza civile “specifica” per la cannabis terapeutica e ha piantato, sul suo balcone romano, ben 50 piantine di marijuana (anche se nessuno ne parla) con la finalità, dichiarata, di cederle ai malati che ne hanno diritto. Ma è davvero lungo l’elenco delle disobbedienze di Rita e la sua fedina penale altrettanto nutrita di condanne, assoluzioni e prescrizioni.

di Giuseppe Candido Leggi tutto “Legalizzare per sconfiggere la ‘ndrangheta, lo dice l’antimafia”

Aiutiamo lo Stato a rispettare la sua legge

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Il Presidente Giorgio Napolitano
Leggi il messaggio inviato alle Camere dal Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano

Dalla mezzanotte del 10 febbraio Marco Pannella è di nuovo in sciopero della fame (per ora, solo della fame, ma è pronto ad aggravare anche con lo sciopero totale di fame e sete) affinché lo Stato italiano, uno Stato in cui – per Pannella – “il crimine è diventato parte fisiologica e non più solo patologica del regime che vige nel nostro Paese”, rispetti gli obblighi enunciati dal Presidente emerito Giorgio Napolitano nel suo messaggio inviato, secondo l’articolo 87 della Costituzione, alle Camere l’8 ottobre 2013 e perché anche il Presidente Mattarella possa operare nella stessa direzione e, come dice Pannella, con lo stesso “animo sturziano”. Quando annuncia l’inizio del suo ennesimo sciopero della fame dalla rubrica radio carcere di Radio Radicale, Pannella è indiavolato. Quelli cui assistiamo in televisione sulla corruzione e sulla giustizia, per lui, sono dibattiti tra soci. Soci nello spartirsi il bottino. Nel 2007, spiega agli ascoltatori, Rita Bernardini aveva già previsto tutto quello che oggi emerge dall’inchiesta “mafia Capitale”. D’altronde la criminalità organizzata deve reinvestire i profitti illeciti e lo fa dove c’è più convenienza: a Milano, a Roma. 

Carlo Nordio, ricorda Rita Bernardini, il Procuratore della Repubblica di Venezia che si è occupato delle indagini sul Mose, ha spiegato chiarissimamente che per combattere la corruzione non servono nuove leggi, non serve aumentare le pene e allungare i termini di prescrizione, ma che è sufficiente applicare le leggi che già esistono e rendere la giustizia più celere in modo che i processi si celebrino in pochi mesi anziché in molti anni. 

Come ha spiegato altrettanto chiarissimamente il primo Presidente della Cassazione Giorgio Santacroce in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario lo scorso 14 febbraio, se anche per ipotesi non si aggiungessero ulteriori nuove cause, per evadere l’arretrato giudiziario penale ci vorrebbero tre anni e mezzo per la sola Cassazione, altri due anni per i giudizi pendenti in appello e oltre una anno per quelli in primo grado. Dopo 40-50 anni di partitocrazia, per Marco Pannella, c’è una caratteristica da tenere presente: la corruzione che oggi dilaga è corruzione della carne di uno Stato in cui non è possibile parlare della realtà della giustizia italiana e in cui, come si muove una procura della Repubblica sono a decine i politici ad esser scoperti, fermati, arrestati.

Il paradosso di uno Stato che condanna i suoi cittadini perché disobbedienti alle leggi e, lui stesso, si rende criminale nel non rispettare le sue stesse leggi emerge evidente dal confronto delle parole del Ministro della Giustizia Orlando con quelle del Primo Presidente della Corte di Cassazione pronunciate durante i rispettivi discorsi tenuti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Se per il Ministro Orlando, gli effetti dei provvedimenti legislativi adottati (dal Governo, ndr) sono desumibili, in primo luogo, dalla rilevante diminuzione del numero dei detenuti presenti in carcere, contemporaneamente sono aumentate le misure alternative alla detenzione sino ad arrivare, al 31 dicembre 2014, a 31.962. Dico questo – aggiunge Orlando – per rispondere con i numeri a chi ha più volte parlato di un indulto mascherato. Questi numeri ci dicono altro: non abbiamo rinunciato alla sanzione penale. Abbiamo semplicemente applicato una diversa sanzione”, per il Primo Presidente della Cassazione Giorgio Santacroce, le cose stanno assai diversamente.

Nello stesso giorno e nello stesso contesto in cui Orlando da’ i numeri e dice quello che dice, il Presidente Santacroce gli ricorda che “le carceri sono la carta d’identità dello Stato costituzionale e dello Stato di diritto”. E che, “se è legittimo e costituzionale togliere a un uomo la libertà, non è legittimo ed è incostituzionale togliergli la dignità”.

Bisogna ringraziare Riccardo Arena che, da Radio Radicale, fa ascoltare le parole del Presidente Santacroce pronunciate subito dopo quelle del Ministro Orlando. Su queste contraddizioni si dovrebbe, quantomeno, aprire un dibattito. Invece niente. Zero assoluto. Perché il primo Presidente della Cassazione, senza mezzi termini, ha spiegato al Governo che, se da un lato “le misure finora prese vanno senz’altro nella direzione giusta” queste, ha aggiunto, “non sono risolutive”. Perché “anche se il numero dei detenuti tende a diminuire, l’emergenza determinata dal sovraffollamento, suicidi e tensioni nelle strutture carcerarie non è ancora rientrata e non può protrarsi ulteriormente, come ha ammonito la Corte Costituzionale. Bisogna ripensare – ha aggiunto Santacroce – il tema del carcere e dell’intero sistema sanzonatorio penale, assicurando il rispetto della dignità della persona nella fase di esecuzione della pena”. Perché, ha concluso, “siamo ancora lontani dall’aver realizzato un sistema nel quale la sanzione penale costituisca la estrema ratio di protezione giuridica e, all’interno del sistema penale, il carcere costituisca l’estrema ratio di sanzione da impiegare soltanto quando non siano utilizzabili misure diverse e meno afflittive”.

A sentire queste discrepanze tra un ministro della Giustizia che dice che l’emergenza è superata e un presidente della Cassazione che invece spiega chiarissimamente che l’emergenza perdura, in un Paese che fosse un minimo civile si dovrebbe aprire un dibattito serio in quelle sedicenti trasmissioni di approfondimento, invece niente. Per poter cogliere tali discrepanze e tali contraddizioni, c’è bisogno di accendere Radio Radicale e ascoltare il lavoro meticoloso fatto da Riccardo Arena nel selezionare i relativi passaggi dei due discorsi. 

Tralasciando l’aspetto dell’informazione che tragicamente è assente in questo Paese, c’è da notare che in base a quanto detto anche dal Presidente della Cassazione Giorgio Santacroce, quel messaggio costituzionale dell’ormai emerito Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inviato alle Camere l’8 ottobre del 2013, che è stato trattato dal Parlamento in modo non costituzionalmente adeguato perché non è stato neanche discusso, rimane ancora straordinariamente e drammaticamente attuale tant’è che i Radicali, guidati da Rita Bernardini, lo hanno posto al centro della loro azione politica durante l’ultimo comitato nazionale.