Natale, Santo Stefano e Capodanno ancora in visita nelle carceri calabresi come ci ha insegnato Marco Pannella.

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<<Marco Pannella non c’è più, ma anche quest’anno, nell’ambito di una più ampia iniziativa nazionale del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito che coinvolgerà un totale di 40 istituti penitenziari che saranno visitati da esponenti e militanti del Partito della Nonviolenza, in Calabria, come c’ha insegnato a fare Marco, la mattina di Natale, visiteremo i detenuti della Casa circondariale di Vibo Valentia, a Santo Stefano, il 26 dicembre, saremo in visita alla casa circondariale di Cosenza e a Capodanno visiteremo i detenuti nella casa circondariale di Crotone>>. Leggi tutto “Natale, Santo Stefano e Capodanno ancora in visita nelle carceri calabresi come ci ha insegnato Marco Pannella.”

#CEI (Conf. Episcopale Italiana) aderisce alla marcia @RadicalParty per #amnistia

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Giustizia, Partito radicale: la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) aderisce alla marcia per l’amnistia 

Roma 19 ottobre 2016

Comunicato stampa del Partito Radicale Transnazionale Nonviolento e Transpartito

 

La Conferenza Episcopale Italiana (CEI) aderisce alla IV “Marcia per l’Amnistia, la Giustizia, la Libertà” intitolata a Marco Pannella e Papa Francesco, organizzata per il 6 novembre a Roma dal Partito Radicale Transnazionale Nonviolento e Transpartito, in occasione del Giubileo dei Carcerati, e che si snoderà tra le vie della capitale dal carcere di Regina Coeli fino a Piazza San Pietro.   Leggi tutto “#CEI (Conf. Episcopale Italiana) aderisce alla marcia @RadicalParty per #amnistia”

@RitaBernardini visita le #carceri di Catanzaro, Vibo Valentia e Palmi. Il report

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Abbiamo visto persone anziane che non sapevano dirci neanche il loro nome. Abbiamo visto lo squallore dei passeggi. 20 ore in cella quattro ai passeggi. Queste condizioni non sono rieducazione. Si deve arrivare all’apertura delle celle anche dell’alta sicurezza.

Il Ministro della Giustizia dovrebbe ringraziare la direttrice del Carcere di Catanzaro. A Vibo un clima di carcere punitivo e di rapporti difficili con polizia penitenziaria e direzione.

 

Leggi tutto “@RitaBernardini visita le #carceri di Catanzaro, Vibo Valentia e Palmi. Il report”

Report dei #Radicali sulle visite di Pasqua nelle carceri calabresi

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Palmi, Reggio, Rossano, Vibo e Catanzaro. Ancora tante le criticità riscontrate. Dai detenuti un caloroso “FORZA MARCO”.

a cura di Giuseppe Candido (*)

Dopo il tour natalizio nelle carceri calabresi, venerdì Santo, sabato e domenica di Pasqua, – grazie alle autorizzazioni del Vice Capo del DAP Massimo De Pascalis rilasciate grazie a Rita Bernardini che, intanto, visitava le carceri abruzzesi, – in Calabria, una delegazione del Partito Radicale Nonviolento ha effettuato visite ispettive in cinque diverse carceri calabresi. Venerdì santo, Gianpaolo Catanzariti, Santo Cambereri e Caterina Siclari hanno iniziato la “Via Crucis” da quello che, per condizioni strutturali e di sovraffollamento, Catanzariti ha definito il “Golgota delle carceri reggine”. Sabato santo, discesa agli inferi, mentre Catanzariti visitava il carcere di Reggio Calabria con Santo Cambereri, Anna Siclari e Giovanni Rossi, e mentre il ministro della giustizia con quattro detenuti andava a trovare Marco Pannella, il sottoscritto, coi compagni Rocco Ruffa, Nadia De Bortoli, Ernesto Biondi e Claudio Scaldaferri (in sciopero della fame e della sete e con la sua grossa stella gialla), siamo stati con gli ergastolani ostativi della Casa di Reclusione di Rossano Calabro ribattezzata dai detenuti la “Guantanamo” italiana per la presenza di un braccio in cui ci sono immigrati ritenuti affiliati all’ISIS. Domenica di Pasqua, con Rocco, Claudio, Gernando Marasco e Francesco Pacile’ siamo stati in visita al carcere di Vibo Valentia la mattina e nel carcere di Catanzaro il pomeriggio. In tutti gli istituti visitati, dai detenuti, ci sono stati calorosi applausi e un coro unanime: “forza Marco, resisti”. Leggi tutto “Report dei #Radicali sulle visite di Pasqua nelle carceri calabresi”

Diario visite @Radicali nelle 12 carceri della #Calabria

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Effettuate dalla delegazione del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito durante le festività natalizie 2015/2015.

Il tour calabrese nelle carceri di cui pubblichiamo il rapporto completo delle visite nasce da un’idea di Giuseppe Candido e Rocco Ruffa durante una delle riunioni del mezzogiorno del Partito Radicale, quella del 18/12/2015, che seguiamo da un po’ di tempo.

Grazie all’ex deputata Rita Bernardini sono state ottenute le necessarie autorizzazioni del DAP per effettuare le visite.

Le autorizzazioni sono state rilasciate dal dottor Massimo DE PASCALIS, vice capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ai sensi dell’articolo 117 DPR 230/2000, assieme al “nulla osta” per la compilazione del questionario carceri (predisposto da Rita Bernardini) per il Partito Radicale e i cui dati hanno consentito di rilevare nel dettaglio le condizioni di detenzione e le principali criticità di ciascuno dei dodici istituti visitati e il quadro generale del “carcere Calabria” pubblicato nel comunicato riassuntivo diramato a termine delle visite.

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Lotte @Radicali: XX anniversario di “Non c’è Pace Senza Giustizia: sfide e opportunità per la Corte Penale Internazionale

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Risultati della Conferenza “XX anniversario di Non c’è Pace Senza Giustizia: sfide e opportunità per la Corte Penale Internazionale”
Sabrina Gasparrini

@Sabrins

Pubblichiamo dalla Newsletter n45 di Radicalparty.org

Due punti di ordine generale e tre specifiche raccomandazioni sono emerse dalla Conferenza dello scorso 13 novembre al Senato, cui hanno partecipato rappresentanti degli Stati, della Corte Penale Internazionale, magistrati, avvocati, esperti, parlamentari.

I due punti cruciali con riferimento alla complementarietà e alla cooperazione sono: A) questi due principi cardine devono essere considerati congiuntamente, poiché spesso sono le due facce di una stessa medaglia. Questo è importante specie quando si tratta di traslare lo Statuto di Roma nell’ordinamento interno e di eseguire il lavoro attinente alla giustizia penale internazionale e alla CPI. B) La sensibilizzazione da parte della CPI dei vari attori rilevanti è fondamentale per far funzionare la complementarietà e la cooperazione. Il coinvolgimento delle persone su tali tematiche è importante per promuoverne la comprensione e quindi rafforzarne l’impegno.

In particolare, la Conferenza ha formulato le seguenti raccomandazioni: 1) incoraggiare maggior sostegno per la CPI da parte del Consiglio di Sicurezza delle NU, soprattutto rispetto ai casi ad essa deferiti (attuali o futuri che siano); 2) incoraggiare meccanismi nei rapporti tra Stati, e tra Stati Assemblea degli Stati Parte, per supportare i Paesi nell’adempiere all’obbligo di cooperare con la CPI, che sia in quanto Stati Parte o con riferimento ai casi deferiti dal Consiglio di Sicurezza delle NU; 3) incoraggiare il supporto da parte di vari attori – inclusa la CPI, i governi, la società civile – agli Stati per adempiere all’obbligo di investigare e perseguire i crimini a livello nazionale.

Carcere di Rossano (CS): detenuti in condizioni inumane. Bruno Bossio (PD): Hanno provato in tutti i modi a non farmi entrare

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Una situazione incredibile, drammatica, che non pensavo esistesse in un carcere italiano, ha riferito dai microfoni di Radio Radicale la deputata cosentina del PD Enza Bruno Bossio.

Giuseppe Candido (Radicali): Ecco perché in Calabria serve subito il Garante dei diritti dei detenuti. Molte regioni d’Italia l’hanno già istituito, molti comuni sedi di penitenziari anche. La politica calabra si muova tutta per la vita del diritto che è diritto alla vita.

“Venerdì 8 agosto siamo stati al carcere di Palmi per fare un sit-in in sostegno del satyagraha di Rita Beranrdini (in sciopero della fame dal 30 giugno scorso) e Marco Pannella (in sciopero della fame e della sete, più volte interrotto e ricominciato per le esigenze di salute legate all’aver dovuto effettuare due interventi per rimuovere due tumori). Un satyagraha rivolto a chiedere allo stato, per le carceri, di garantire il diritto alla salute, fermare la mattanza dei suicidi che nelle carceri avviene anche per la mancanza di adeguate cure psichiatriche, e fermare la tortura democratica del 41 bis inflitto a pazienti come Bernardo Provenzano, incapace di intendere e di volere, indipendentemente dalle condizioni di salute.” E’ quanto si legge nella nota di Giuseppe Candido, esponente del Partito Radicale e segretario dell’associazione di volontariato culturale Non Mollare.

“Mentre noi facevamo il sit-in a Palmi, l’On.le Enza Bruno Bossio, deputata del PD orginaria di Cosenza, nello stesso giorno si è recata in visita ispettiva ‘senza preavvisare’ al carcere di Rossano. Quello che ha trovato lo ha raccontato subito a Emilio Quintieri che, a stretto giro, ha avvisato altrettanto immediatamente Rita Bernardini; poi – ovviamente – l’ha intervistata Radio Radicale Lorenzo Rendi.

Noi, ” – continua Candido – “oltre a ricordare ancora una volta che Rita Bernardini è in sciopero della fame dal 30 giugno assieme a Marco Pannella che, nonostante la sua malattia mette in gioco la vita per la vita del diritto e il rispetto della legge nelle carceri, possiamo solo aggiungere che avevamo ragione a parlare di condizioni inumane e degradanti che continuano a persistere nelle nostre patrie galere, anche in quelle calabre, e a chiedere con forza, per la Calabria, con prepotente urgenza l’istituzione del garante regionale dei diritti delle persone private della libertà”.


Di seguito riportiamo l’intervista della deputata del PD Enza Bruno Bossio intervistata su Radio Radicale e che lo scorso 8 agosto ha fatto visita ispettiva al carcere di Rossano Calabro (CS), riscontrando delle condizioni di grave degrado in cui si trovano alcuni detenuti. Una situazione per la quale la deputata del PD ha prennunciato iniziative paralamentari ma anche in sede giudiziaria.

Intervistata da Lorenzo Rendi ai microfoni di Radio Radicale l’11 agosto l’On.le Enza Bruno Bossio ha dichiarato:

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T. Campanella, la Tortutra dei carichi

« Sono andata al carcere di Rossano come altre volte ero andata al carcere di Catanzaro e anche di cosenza, sono andata più volte. Le prime volte sempre senza preavviso, ma non ho trovato nessun ostacolo. Oggi pomeriggio, invece, hanno provato in tutti i modi a non farmi entrare chiedendomi di tornare in un altro momento e, poi, alla fine hanno acconsentito che entrassi solo io, senza un mio collaboratore e anche Emilio Quintieri che è un esponente del Partito Radicale con il quale sto facendo parecchie visite ispettive. Io ho accettato di entrare anche da sola perché volevo capire come mai un detenuto che era al carcere di Catanzaro fosse stato spostato, dalla sera alla mattina, al carcere di Rossano e lì, in verità, ho trovato una situazione incredibile, drammatica. Questo detenuto era in un reparto d’isolamento del carcere di Rossano, non mi hanno fatto entrare nella sua cella, che comunque aveva le lenzuola, i vestiti, eccetera. Mentre, a un certo punto, si sono messi a gridare gli altri detenuti, e ho visto una situazione che non pensavo esistesse in un carcere italiano. C’era uno dei detenuti che si è messo a gridare: ‘vada a vedre cosa c’è nella cella 1, nella cella 2 e nella cella 7’.

Enza Bruno Bossio

Lì ho trovato detenuti sostanzialmente nudi, soltanto con gli slip, uno in una cella in cui non c’era nemmeno il letto, quindi seduto per terra seminudo in mezzo ai suoi escrementi, ai piatti sporchi, eccetera. Un altro, invece, in cui il letto c’era ma senza lenzuola, anche lui senza vestiti, celiaco, quindi, col vomito per terra; lo stesso per un altro detenuto. Il primo messo in queste condizioni perché, dicevano, aveva tentato il suicidio. Cioè esattamente l’opposto (di quello che si dovrebbe fare, ndr): uno tenta il suicidio e tu lo tieni in quelle condizioni disumane. Come una bestia. Gli altri due, sembrerebbe, per tentata evasione. Ma anche in questo caso erano stati malmenati, avevano botte, tenuti in questa situazione. Io, diciamo, ho reagito. Ho detto che avrei comunque denunciato questa cosa, ma, ad aggravare la situazione è stata la telefonata della comandante della guardie penitenziarie, la quale mi ha anche insultato dicendo che io non mi dovevo permettere ad entrare senza chiedere prima il permesso. Io le ho detto che, fose, si doveva fare un attimo i conti su quali fossero, effettivamente, i diritti e i doveri vista la situazione che, diciamo, per fortuna ho visto perché probabilmente, se avessi avvisato, non l’avrei vista. Sicuramente fossi stata in un’altra situazione avrei fatto immediatamente un’interrogazione a risposta immediata che, evidentemente, in questo momento non posso fare e mi riservo di fare a settembre. Anche se intanto deposito un’interrogazione a risposta scritta, poi farò un comunicato e penso che lo denuncerò anche alla Procura della Repubblica, ma intanto sto attivando i canali anche del governo, del DAP (dipartimento amministrazione penitenziaria, ndr) perché comunque, questo atto da una parte deve essere denunciato per il modo con cui questa situazione evidentemente sta andando avanti da molto tempo e non lo sappiamo. Ma tornerò anche la settimana prossima nel carcere di Rossano per vedere se, nel frattempo, almeno sono stati intimiditi e hanno modificato le cose. Altrimenti rincarerò la dose, in qualche modo. »